Sacramenti
Santa Teresa
In questa sezione è possibile leggere e scaricare direttamente il modulo per la richiesta del Battesimo e la dichiarazione per i Padrini.
Le date in cui si celebra il sacramento sono le seguenti:
BATTESIMI 4° DOMENICA DEL MESE (2019)
(il sabato precedente la domenica incontro in chiesa alle ore 16)
27 GENNAIO 2019 ; 24 FEBBRAIO 2019; 24 MARZO 2019; 20 APRILE 2019 (veglia di Pasqua); 28 APRILE 2019; 26 MAGGIO 2019 ; 23 GIUGNO 2019; 22 SETTEMBRE 2019; 27 OTTOBRE 2019; 24 NOVEMBRE 2019; 22 DICEMBRE 2019
INCONTRI IN PREPARAZIONE AL MATRIMONIO
: si tengono il giorno di Lunedi nei mesi di Gennaio/Febbraio a partire da lunedi 14 GENNAIO 2019 ore 21.00. Contattare il parroco a questo indirizzo: parrs.teresa@alice.it
IL RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE
Mc 10, 7-8 “…per questo l’uomo abbandona suo padre e sua madre e si unisce alla sua donna e i due diventano una sola carne”
Confesso che questo verbo “abbandonare” mi ha impressionato. Ma, riflettiamoci assieme : perchè viene usata un’espressione così forte : “abbandonare “?
Direi perchè , quando si mette su una nuova famiglia, questa diventa, da quel momento in poi, la nostra nuova missione, il più importante mezzo, non solo per soddisfare le nostre imprescindibili esigenze di amore e di relazione, ma per fare del nostro amore coniugale e genitoriale la testimonianza di un amore ancor più profondo capace di recare nuova linfa vitale a noi stessi, alla società e, in definitiva, al nostro rapporto con Dio. E’ insieme un compito affascinante e impegnativo che richiede nuove energie, creatività e volontà per farci crescere utilizzando l’amore come fertilizzante della nostra vita. La famiglia acquisita, rispetto al bagaglio del nostro passato, assume pertanto importanza prioritaria. Ciò non vuol dire rinnegare i valori del nostro passato , bensì liberarsi da legami talvolta distorti a vantaggio della piena realizzazione della nostra vita di coppia.
Purtroppo, invece, molto spesso i legami con la famiglia di origine sono ancora così condizionati dal bambino inappagato che c’è in noi, da creare veri e propri ostacoli alla nostra relazione di coppia.
Prendo l’esempio, per quanto sopra, da una lettera inviata da una lettrice a Famiglia Cristiana : “ Non riesco ad immaginare la mia vita con un uomo che, invece di stare con me, telefona alla madre, che è molto apprensiva e lo chiama più volte al giorno e lui non fa nulla se non quanto gli dice la madre…Io vorrei avere accanto a me un uomo, mentre questo suo atteggiamento me lo fa apparire come infantile e mi fa sentire secondaria rispetto alla sua famiglia”.
Ho in mente, poi, l’esempio di Carlo, un cinquantenne con moglie e figlie. Carlo ha una madre possessiva, che non si è mai rassegnata a perdere “il suo beneamato bambinone”. Non ha mai accettato del tutto che il suo Carlo si sia messo con “quella lì”. Fin dai primi tempi del matrimonio, quando lui tornava dal lavoro, passava prima a salutare la madre che, insistente, finiva per intrattenerlo coi suoi pranzettini che gli aveva amorevolmente preparato, incurante che la moglie lo aspettasse ansiosa a casa. A lungo andare, naturalmente, in casa di Carlo cominciavano rimostranze e litigi sempre più accesi, mentre lui minimizzava come nulla fosse. Alla fine Carlo, per alcuni contrasti dovuti apparentemente alla gelosia, ma, in realtà, all’attaccamento morboso alla madre,m finisce col rompere con la famiglia e si rifugia a casa della mamma, la quale è ben felice di riaccogliere il suo Carletto, anche se lui si sente sempre insoddisfatto e finisce col litigare anche con la madre.
C’è anche la storia di Angela. Angela ha una madre perennemente ammalata (almeno così fa credere lei), che, con una serie di ricatti affettivi l’ha sempre costretta ad occuparsi di lei. Il marito di Angela, Luigi, inizialmente ha abbozzato per riguardo alla moglie; ma poi, piano piano, l’intimità coniugale e familiare ha iniziato a soffrire di tale stato di cose : non più week end in famiglia, gitarelle, svaghi assieme, ma sempre prima “la madre”. La relazione, naturalmente, ha iniziato a deteriorarsi sempre più.
Esempi così ce ne sono purtroppo tanti e dimostrano come i cordoni ombelicali tra genitori e figli sono spesso indice di possessività, da un lato e di mancata crescita autonoma, dall’altro. Mi pare che un sereno equilibrio dovrebbe consistere nel saper ben distinguere il giusto rispetto e affetto con la famiglia di origine con la prioritaria intimità di affetti e attenzioni che l’impegno matrimoniale impone, pena il progressivo disfacimento della relazione.
Mc 3, 32-35
“Signore (dicono i discepoli a Gesù) , ecco tua madre e i tuoi fratelli che, fuori, ti cercano” E Gesù : “ Chi è mia madre e i miei fratelli?” Poi, guardandosi in giro : “ Ecco mia madre e i miei fratelli”
Lc 5, 36-38
Nessuno strappa un pezzo di vestito nuovo per attaccarlo ad uno vecchio, altrimenti si trova col vestito nuovo strappato…e nessuno mette del vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino nuovo fa scoppiare gli otri”
Senza quindi ignorare o ripudiare i vecchi legami ( non mi sembra certo questo il vero significato di quel “abbandonare”), credo però si debba evitare il rischio che certi eccessivi attaccamenti finiscano per rovinare sia “il vestito nuovo” che “l’otre vecchio”. Iddio stesso ci comanda di “onorare il padre e la madre”, ma non altro; anzi ci dice ad un certo punto di “abbandonarli”, nel senso, appunto, che non siano di ostacolo per la nostra nuova missione di amore .
“E i due diventeranno una cosa sola”
Gesù si riferisce qui all’indissolubilità del matrimonio. Ma credo che questa frase voglia anche significare che marito e moglie, pur con differenti ruoli, debbano assieme, prima ricercare e poi mettere in atto, una progettualità di vita comune , nel rispetto delle reciproche libertà e differenze. Non, quindi, due barche che vanno ognuno per la propria rotta; né un’unica barca con due “costretti dentro”; bensì due barche interdipendenti, ma con un afflato e una meta comuni.