CORO DI S.TERESA del BAMBIN GESU’
Andando indietro con la memoria e basandosi anche su quanto raccontatomi da anziani del quartiere, la nostra parrocchia ha avuto un coro sin dalla sua nascita.
Era formato da soli uomini e cantava, alle messe “grandi”, nella sola lingua latina, il repertorio legato al movimento Ceciliano di scuola Perosiana; dietro l’altare con l’accompagnamento di un armonium, che per alcuni anni è rimasto ancora in uso nella cappella dell’ospedale Pini.
In tempi più recenti e dopo il concilio il coro si era poi “allargato” anche alle voci femminili ed al repertorio, appunto post-conciliare, anche in lingua volgare (Picchi, Migliavacca, Consonni e.a.), ma mantenendo anche in repertorio alcuni “mottetti” in lingua latina e qualche Messa (Perosi, Ravanello,Tosi).
Quindi la “corale” era prerogativa degli adulti ed era presente in alcune determinate celebrazioni.
Alla fine degli anni ’60 ed inizio dei ’70, con l’avvento della stagione “leggera” anche nel canto liturgico, incominciava ad affacciarsi quello che noi oggi chiamiamo “repertorio giovanile”; questo portò ad una frattura abbastanza improvvisa tra i fautori del nuovo e chi non voleva staccarsi dalla tradizione preconciliare.
La “corale” polifonica si esaurì per qualche momento ci fu un tentativo di “unire” le forze adulte rimaste con i giovani incrociando il suono dell’armonium, che nel frattempo era stato sostituito da un fiammante “usato” con un suono più potente e, per quanto possibile “aggressivo”, con le prime chitarre ammesse alle celebrazioni; il repertorio era quello di Macchetta (ma anche Giombini) che oggi giudichiamo già “vecchio”; di quei canti sopravvive ancora, spesso storpiato nelle esecuzioni trascinate dei fedeli di certa età, Resta con noi Signore la sera recentemente ripreso in chiave Pop da Elio e le storie tese.
La cosa durò ben poco, i giovani, si sa, non hanno nella costanza la loro forza. E quindi?
IL CORO 1973
E quindi si ripartì dai bambini, il coretto delle voci bianche fu fondato all’inizio delle scuole nell’ottobre 1970 e cominciò a cantare, abbastanza regolarmente, alla celebrazione delle ore 10. Questo è l’embrione del coro che conosciamo adesso, passato in mezzo a diverse “mutazioni” di forma e di organico ma con una continuità ininterrotta di servizio alla comunità sino ai giorni nostri.
Il coro – S.Pasqua 1974
(I sacerdoti in ordine da sin.: don Giovanni Varotto-don Gualberto Gualerni-don PierCamillo Castiglioni e don Angelo Fossati)
Grossa spinta al rafforzamento di questo primo gruppo venne data dalla pubblicazione di una raccolta di canti da parte di un sacerdote milanese, Pierangelo Sequeri; dopo aver sperimentato i canti nella sua parrocchia (San Giuseppe della Pace) vennero pubblicati ad uso delle comunità ambrosiane. Tutt’oggi alcuni di quei canti sono utilizzati nelle nostre celebrazioni (Ti ringrazio-La mano nella tua-Beati quelli).
La peculiarità di quei canti era il tentativo, a mio parere riuscito, di fare cantare gli insegnamenti della Fede in un modo semplice e attuale per allora, ed aggiungo io in alcuni casi ancora oggi.
Il gruppo bambini continuò “puro” sino a fine anni 80, quando pur con il normale avvicendamento di nuovi entrati e l’uscita di altri uno zoccolo duro continuava ad essere presente con i più piccoli, ed ecco la “magia” di avere un coro di bambini ed adolescenti e pian piano anche giovani. Pochi anni dopo ci fu un tentativo azzardato ma che diede al coro un nuovo impulso: coinvolgere i genitori dei piccoli cantori; per circa una decina d’anni l’organico divenne quindi un misto a tutto tondo, dai 6 ai 70 anni; ed anche il repertorio riusciva ad abbracciare la contemporaneità: un Sequeri affinatosi musicalmente e gli autori più all’avanguardia (Meregalli, i Gen, Bonfitto, Varnavà…) ma anche Bach (La cantata 147) de La Lande (Maestro di cappella dl Duomo di Milano nel ‘700) ancora Perosi, la “Messa del Caudana“ riproposta in italiano, Mozart (Ave verum), sino all’ottocento con l’oratorio di Natale di Saint Saens eseguito completo come concerto natalizio, e altro ancora…
Come in tutte le iniziative sono arrivati momenti in cui la spinta si è affievolita, soprattutto nel corso degli ultimi dieci anni, con l’organico ridottissimo di oggi che però coinvolge ancora diverse fasce di età…
Ma il collante che ci tiene ancora impegnati, e uniti, è l’idea di base: cantiamo per lodare il Signore e dare un servizio alla nostra comunità, insomma come dice Sequeri:
“Per cantare quello che non potremmo dire e non sappiamo tacere”
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