Per un buon inizio di Anno Pastorale
Le sere della scorsa calda estate, nel desiderio di abbracciare una sottile sensazione di fresco, mi sono dato al giardinaggio innaffiando i fiori e le piante del cortile parrocchiale. E lì immerso nel silenzio di strade derubate di auto e persone e di luci spente mi sono accorto di una dolce presenza che a volte appariva per farmi compagnia: la Luna.
Solitaria in cielo, maestosa nel diffondere il riflesso solare, mi fissava sorridente. Non gli importava se la mia mente fosse piena di pensieri buoni o cattivi; se la mia giornata fosse stata pesante o leggera; se in quel giorno che volgeva ormai al termine io avessi corso o camminato, riso o pianto, gioito o mi fossi addolorato. Lei eri lì, su di me come sopra ogni altro uomo di questo quartiere e di questa città, silenziosa e piena di pace.
Lasciandomi incantare dal suo delicato chiarore mi sono posto in ascolto.
La luna mia ha raccontato dei doni che consegna agli uomini.
Il suo compito primario è quello di far luce ad ogni uomo errante nella notte. Luce che conforta, luce che rischiara e dà sollievo. La luce: questo dono tanto scontato e pur cosi essenziale! Luce per camminare e luce per comprendere, per capire, per discernere ciò che è bene e giusto dire e fare. Senza luce vi è il buio e nel buio ci si perde.
Non perché normalmente viviamo e corriamo e ci affanniamo di giorno noi vediamo sempre tutto chiaro e limpido. Vi è sempre una Grazia che vigila su di noi affinché il nostro animo sia rischiarato e confortato: non cadiamo nella presunzione di bastare a noi stessi.
Impariamo ad alzare lo sguardo con docilità verso la Luna, presenza muta di ogni bene, di quel Dio che non è solo tuo o solo mio ma è nostro, dono per ogni persona “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv8,12)
Non se ne va la Luna, mi ha raccontato ancora. E’ sempre lì a poca distanza dalla Terra. Se i nostri occhi non la vedono non è perché è svanita, volata lontano. Lei è sempre presente, con un altro aspetto, in un modo diverso, e ci guarda. Di sera e di giorno: non fa differenza.
La sua missione è la presenza. C’è una presenza del pensiero e del cuore che supera ogni limite e confine. Lo sanno bene coloro che, pur amandosi, sono costretti a causa della vita a vivere lontani gli uni dagli altri. Una presenza che si rivela in modo diverso da quella visibile alimenta il pensiero, l’attesa, la nostalgia, il desiderio. La Luna di giorno suscita il desiderio di lei in quanti la cercano desiderosi di vederla. Lei però c’è!
Come sarebbe contagioso per la vita di tutti che in ogni discepolo ci fosse un grande desiderio di vedere il Maestro il quale non se n’è mai andato ma, come ha detto, “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt28,19). Lui è presente: non comportiamoci come se non ci fosse ma confidiamo sempre nella Sua presenza.
Come una grande mano bianca di pietà la Luna si apre nella notte per raggiungere e stringere mani bisognose di essere accarezzate, scaldate, rinfrancate. Guardare la luna nel silenzio più assoluto infonde un grande senso di pace e il desiderio della pace. Ci fa comprendere come tanti screzi e amarezze, invidie e gelosie, delusioni e fatiche che sorgono tra noi spengano la gioia di vivere e ottenebrino la bellezza dello stare insieme; rendono pesanti le giornate.
Da una parte è normale che ci siano i pesi delle relazioni da portare dentro un vivere complesso e articolato come il nostro; dall’altra è anche vero che a ciascuno, soprattutto nel nome del Vangelo e della fede in Gesù, è richiesta molta più attenzione nel non essere causa di male ed è auspicabile più umiltà nel riconoscere il proprio errore riconciliandosi con il proprio fratello.
“Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole” (Rm13,8).
Non perseveriamo nel male: vinciamo il male con il bene.
Anche S. Teresa di cui celebriamo in questa settimana la memoria dice a questo riguardo:
“Capisco ora che la carità perfetta consiste nel sopportare i difetti degli altri, non stupirsi delle loro debolezze, edificarsi dei minimi atti di virtù che essi praticano, ma soprattutto ho capito che la carità non deve restare affatto chiusa nel fondo del cuore: Nessuno, ha detto Gesù, accende una fiaccola per metterla sotto il moggio, ma la mette sul candeliere affinché rischiari tutti coloro che sono in casa.”
La Luna rimane a vegliare come sentinella sulla nostra vita di uomini e stende su noi tutti il suo sorriso e la sua armonia. Continuo il mio servizio di giardiniere dando acqua alle piante e ai fiori
che hanno sopportato l’aridità della terra e la calura del giorno.
Ricordo a me stesso e, permettete, con discrezione a tutti voi, che è necessario tenere curato il nostro animo perché non diventi arido rischiando di compromettere lo sbocciare di quei fiori che la Luna, ogni volta che la contempliamo, ci invita a donare.
don Adriano